Jean Piaget fu un grande psicologo dello sviluppo.
La sua vita si snodò lungo il ‘900 ma le sue teorie ci fanno tuttora compagnia.
Egli teorizzò che il gioco ha un ruolo fondamentale per lo sviluppo intellettivo dell’essere umano, stimolando la MEMORIA, l’attenzione, la CONCENTRAZIONE, favorendo lo sviluppo di SCHEMI PERCETTIVI, capacità di CONFRONTO, relazioni…
Abbiamo avuto modo di osservare noi stessi attraverso le attività laboratoriali che una carenza di attività ludica nel bambino può portare, nel tempo, a gravi carenze a livello cognitivo.
“La nascita dell’intelligenza nel bambino” fu pubblicato nel 1936. La pedagogia ha fatto senz’altro molti passi avanti da allora, ma gli esperimenti affrontati da Piaget per PaoLAB sono ancora validi.
Per Piaget, infatti, il gioco è la più spontanea abitudine del pensiero infantile.
Egli afferma che lo sviluppo intellettivo segua e si stabilizzi in 2 processi:
- assimilazione,
- accomodamento.
Entrambi i processi sono presenti, in quantità diverse, negli STADI DI SVILUPPO:
- nel 1° anno di vita – la fase senso-motoria – prevalgono i giochi di ESERCIZIO;
- dai 2 ai 6 anni, nella fase rappresentativa, sono i giochi SIMBOLICI ad imporsi nella routine;
- i giochi CON REGOLE si riscontrano a partire dai 7 anni di età (orientativamente fino agli 11 anni, ma in realtà sono caratterizzati da dinamiche che fanno da base all’apprendimento delle regole della società, e quindi accompagnano tutti lungo il corso della vita).